Il Comitato di Garanzia della CGIL ha respinto l’esposto presentato da un iscritto al sindacato. Anche Massimiliano Muretti e Gavino Doppiu, dopo Francesca Nurra, sono liberi di continuare a fare i sindacalisti. Questa cosa mette in crisi la giustizia interna, che invece di punire chi ha sbagliato, perseguita le loro vittime. Parliamo di un licenziamento illegittimo, i giudici con le loro sentenze passate in giudicato hanno sancito definitivamente questa immensa vergogna.
Nessuno potrà mai alleggerire il peso che questi personaggi si porteranno addosso per sempre. Un sindacalista che invece di tutelare i lavoratori li licenzia illegittimamente è uno specchio rotto.
La decisione, assunta del Comitato di Garanzia della CGIL, ribalta la stessa funzione del sindacato. Mai prima d’ora si erano visti dei sindacalisti che licenziano ingiustamente i lavoratori invece di difenderli. Comunque, è ancora presto per tirare le somme, infatti si attende il pronunciamento definitivo del Comitato di garanzia nazionale. Solo allora potremmo dire se il sistema di giustizia interno alla CGIL, con tutto ciò che ne consegue, è compromesso come già appare. A quel punto l’idea di una CGIL davvero democratica svanirà, mettendo in luce un sistema di potere che bada solo ai fatti suoi.
Una cosa è già chiaramente dimostrata: Alla CGIL non interessa la decisione dei giudici, se non quando si esprimono a loro favore.
Nonostante queste scempiaggini, la battaglia non si fermerà. La verità e la giustizia sono valori da perseguire soprattutto quando vengono negati da chi se ne riempie la bocca. I lavoratori e i cittadini devono rendersi conto di cosa è diventato questo sindacato. Non devono semplicemente pretendere trasparenza dalla CGIL, ma interventi concreti per normarne la funzione. Solo insistendo su questo punto sarà possibile cambiare qualcosa in meglio. Il nostro scopo è far vedere le ipocrisie per poi intervenire in tal senso.
Vogliamo far risplendere i principi fondativi del sindacato contribuendo a distruggerne l’impalcatura ormai marcia. La democrazia interna non può cedere a interessi particolari, la lotta è lunga, ma necessaria. Serve a ricostruire un sindacato vero e sano. Uno che stia davvero con chi lavora, e che rispetti tutti i suoi diritti. Intanto sono 43.733 le disdette presentate al sindacato tramite il nostro sito, un fatto che spiega la situazione più di mille parole.