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Fondi pubblici ai sindacati
12 Novembre 2025
“La CGIL Sarda e i fondi pubblici per il romanzo del lavoro, parodia di un sindacato che usa risorse regionali per iniziative culturali.”
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CGIL al festival con i soldi dei sardi 

Alla Fondazione di Sardegna si è svolto un festival dedicato alla letteratura. Un evento come tanti, organizzato da enti e associazioni culturali, poco attinente alle questioni del lavoro e ai temi sociali che un tempo definivano la missione del sindacato. Eppure, tra gli ospiti, spunta anche la CGIL Sarda. Una presenza che di per sé non farebbe notizia, se non fosse per un dettaglio: l’organizzazione ha rendicontato quella partecipazione come attività finanziata con fondi pubblici regionali.

La rendicontazione che non torna

Secondo i documenti ufficiali, la CGIL ha inserito nel proprio elenco di iniziative sostenute dalla Legge 31 del 1978 anche la presenza del segretario Fausto Durante alla presentazione di un romanzo storico. Quella legge nasceva per promuovere lo sviluppo economico e sociale della Sardegna, con il contributo delle organizzazioni dei lavoratori.

L’attività rendicontata, però, non ha alcun legame con ciò che lavoratori e cittadini si attendono da un sindacato: la tutela dei diritti economici e sociali. Il festival, infatti, non è stato organizzato dalla CGIL ma da altri soggetti. Il sindacato vi ha semplicemente preso parte, eppure ha inserito quella presenza nel rendiconto ufficiale delle attività finanziate con i soldi della Regione. Una scelta che trasforma un evento culturale in un pretesto contabile, utile solo a giustificare l’uso di risorse pubbliche destinate ad altro.

Per il 2024, la Regione Sardegna ha assegnato alla CGIL un contributo di poco inferiore ai 300.000 euro, destinato a progetti relativi allo sviluppo dell’Isola. Ciononostante, la presenza al festival viene rendicontata come se rappresentasse un’attività coerente con quello scopo. Così, la Legge 31/1978 perde il suo senso originario e diventa un vuoto a perdere, dentro il quale tutto può essere inserito, anche la promozione di un romanzo.

Si direbbe che, a forza di rinunciare al proprio ruolo, la CGIL abbia smarrito la capacità di giustificare concretamente la propria esistenza. Quando un sindacato arriva a usare i fondi dei cittadini per partecipare a un evento che non ha nulla a che vedere con la sua missione sociale, il problema non è più burocratico: è morale. Non si tratta di un errore amministrativo, ma della fotografia di un potere fine a sé stesso, che si autofinanzia mentre la voce dei lavoratori si spegne.

Il volto stanco di un sindacato che non crede più in sé

La vicenda del festival è il ritratto fedele di un sindacato che, invece di difendere chi lavora, cerca fondi per alimentare un sistema ormai morente. Nel silenzio generale, la CGIL Sarda giustifica come “attività di sviluppo” la propria presenza a un evento letterario, mentre i temi reali, (precarietà, salari, infortuni, sanità, abuso del territorio, migrazione, ecc.), svaniscono alla vista di chi fa sempre più fatica a pagarsi la vita.

Un problema che, a quanto pare, non riguarda il segretario della CGIL Sarda. Il grande capo catapultato da Roma deve avere una vera passione per la letteratura: del resto, il suo libro — anch’esso rendicontato con fondi regionali — ne è la prova più chiara. C’è chi scrive romanzi, e chi li fa pagare ai cittadini ignari.

Autore: CGL
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