Home » La CGIL ingessata: da Michele Carrus a Fausto Durante
L’opinione
10 Dicembre 2024
Veduta di una manifestazione sindacale a Sassari, organizzata in difesa dell'industria dall'ex segretario della CGIL territoriale Antonio Rudas.
5 MINUTI DI LETTURA

La CGIL ingessata: da Michele Carrus a Fausto Durante

La CGIL sarda sta attraversando una delle crisi più gravi e complesse della sua storia recente. Dopo la defenestrazione del giovane e ingenuo Samuele Piddiu, e il conseguente insediamento del “Continentale” Fausto Durante, nulla o poco è cambiato. Contraddizioni e conflitti irrisolti hanno segnato profondamente anche il “nuovo” corso. Questo perché il protagonista assoluto della crisi è, e rimane, Michele Carrus. L’attuale presidente della Federconsumatori, per quanto ormai fuori dai giochi, continua a produrre effetti negativi. Lungi dall’essere mai stato un esempio di correttezza e trasparenza, l’ombra delle sue azioni si proietta ancora sulla decadente CGIL.

Il suo operato e la sua ributtante eredità politica hanno lasciato divisioni profonde e decisioni controverse che lacerano ancora il sindacato. La CGIL sarda, che sotto la guida di Enzo Costa (2009-2013) godeva di rispetto e autorevolezza, è ormai un pallido riflesso della sua solidità e credibilità passata.

Chi è Michele Carrus?

Michele Carrus è un sindacalista con una lunga e controversa carriera all’interno della CGIL, iniziata nel 1987 nella Fisac (il sindacato dei bancari). La sua ascesa, spesso caratterizzata da sgambetti e forti tensioni, lo ha portato a ricoprire incarichi di rilievo. Tra questi spicca il ruolo, immeritato, di segretario regionale della CGIL sarda. Durante il suo mandato, ha usato la retorica dell’unità per mascherare una gestione autoritaria e divisiva.

Il successo che ha raggiunto, proprio nel momento del suo declino, è frutto di una serie di fattori fortuiti. La prematura scomparsa di un sindacalista a lui avverso e l’interesse di esponenti della sinistra dell’epoca hanno giocato un ruolo chiave. Questi ultimi non gradivano la crescente autonomia del sindacato rispetto alle loro forze politiche. Tale autonomia aveva permesso alla CGIL sarda, guidata da Enzo Costa, di emergere, pur con alcune contraddizioni, con un nuovo protagonismo. Ciò “costò” a Costa una promozione inaspettata, ma autorevole e dignitosa, a presidente dell’AUSER nazionale.

Il discorso di insediamento di Carrus alla guida della CGIL sarda, avvenuto dopo l’uscita di Costa, fu lo specchio della nuova realtà. Parlò di lotta contro l’inerzia del governo regionale, rilancio dell’industria e sviluppo attraverso ricerca e innovazione. Tuttavia, queste parole si sono rivelate vuoti proclami. Non solo perché non ha mai capito nulla di politiche industriali, ma anche per il suo sconveniente comportamento. Tanto cauto e accomodante nei confronti delle controparti e della politica, quanto risoluto e incendiario verso l’organizzazione che dirigeva.

La realtà di quegli anni racconta una storia triste: la sua gestione sciagurata mirava solo a consolidare il suo potere personale. Le sue tattiche di intimidazione, esclusione e manipolazione delle regole statutarie lo dimostrano senza possibilità di smentita.

Carrus contro Landini

Durante il suo mandato, Michele Carrus ha sostenuto opportunisticamente la linea di Susanna Camusso, ex segretaria generale della CGIL nazionale. Quest’ultima voleva liberarsi dei pochi dirigenti rimasti autenticamente comunisti. Carrus, allineato e ben protetto, si è schierato fermamente contro Maurizio Landini, allora segretario della FIOM. Non ha esitato a descriverlo con termini sprezzanti e denigratori. Secondo Carrus, Landini rappresentava una minaccia per l’unità della CGIL, dipingendolo come un leader incapace e dannoso.

I motivi reali per criticarlo non mancavano, alcune accuse erano e sono fondate, il suo atteggiamento era del tutto strumentale. La sua opposizione rifletteva un metodo rigido e privo di mediazione nella gestione delle controversie politiche. Questo approccio sorprende in un sindacalista, per cui la mediazione è fondamentale.

Carrus arrivò a chiedere l’allontanamento di Landini dalla CGIL, accusandolo di un comportamento indegno e destabilizzante. Non si curò del fatto che, in quanto a destabilizzazione, non fosse secondo a nessuno. Questo modo di agire produsse una profonda spaccatura nel sindacato sardo, stretto nella morsa del suo potere personale.

La sua nefasta azione mise ancora più in luce il cambio di paradigma nella CGIL guidata dalla Camusso. L’organizzazione si allontanava dai valori di solidarietà e fratellanza che l’avevano resa forte. Si stava avviando verso un autoritarismo oligarchico, dissolvendo per sempre il pluralismo delle idee e la pari dignità di ogni iscritto e lavoratore.

La defenestrazione di Piddiu e l’arrivo di Fausto Durante

Samuele Piddiu, ex segretario generale della CGIL sarda, avrà sicuramente fallito per la sua inadeguatezza, ma la vera ragione del suo allontanamento è un’altra. Il giovane, frutto delle mire di Carrus, che lo aveva scelto per poterlo condizionare, è caduto nell’illusione di potersene favorire.

La sua uscita di scena è stata il naturale esito di un clima interno carico di tensioni, alimentate da anni di politiche divisive. L’addio di Piddiu non ha risolto nulla. È stato solo l’ennesimo sacrificio di un dirigente vittima dei giochi altrui. Il successore Fausto Durante, per quanto più scafato, non rappresenta un cambio di rotta, anzi.

La devastazione della Camera del Lavoro di Sassari

Uno degli esempi più lampanti della politica distruttiva di Carrus è rappresentato dalla vicenda di Giovanni Piras, Salvatore Frulio e Antonio Rudas. Quest’ultimo, segretario della Camera del Lavoro di Sassari dal 2007 al 2015, è stato licenziato. Colpevole di essersi opposto al colpo di mano organizzato da Carrus e dai suoi sodali.

Rudas è stato oggetto di una persecuzione personale e politica orchestrata da Carrus. Quest’ultimo, temendone la leadership, ha sfruttato accuse infondate per ottenere la sua espulsione e il licenziamento.

La gestione Durante: continuità e inerzia

L’attuale gestione di Fausto Durante, pur insediatasi con la promessa di un nuovo corso, non sembra aver cambiato le cose in maniera significativa. Nella sua segreteria, e non solo, continuano ad avere un ruolo di rilievo personaggi che hanno contribuito alle divisioni interne e che sono corresponsabili delle espulsioni e dei licenziamenti illegittimi.

Fausto Durante non ha saputo o voluto prendere le distanze da questi individui. Invece, si è allontanato dalla realtà emersa con le sentenze della magistratura, che hanno condannato la CGIL sia a livello nazionale che territoriale. Questo lo pone, da un punto di vista etico e politico, in una posizione molto controversa e delicata.

La sua inerzia è un segnale chiaro: il controllo della CGIL sarda è ancora nelle mani di un modello gestionale fallimentare. Un sistema marcescente che l’ha fatta precipitare nell’attuale crisi. La stessa crisi irrisolta che ha determinato l’arrivo di Durante in Sardegna e, paradossalmente, lo mantiene al potere.

Un futuro incerto per la CGIL sarda

Forse la CGIL può ancora risollevarsi, ma più verosimilmente è già troppo tardi. Comunque, indipendentemente da ciò, la verità dovrà essere riconosciuta, non solo a livello giudiziario. È essenziale farlo per rimarginare le tante ferite che la CGIL sta causando in tutta Italia.

Riconoscere queste verità serve anche per lasciare ai posteri un insegnamento fondamentale. I metodi pseudo democratici, fortemente laceranti e distruttivi, incarnati da figure come Michele Carrus, devono finire. Questi esempi negativi devono diventare ciò che non va mai ripetuto in nessuna attività politica e sociale.

AUTORE CGL
Come Gestire i Licenziamenti - CGL
Il Gruppo CGL, nato dall'ingiusta espulsione di voci sindacali indipendenti, sfida le manipolazioni e difende i diritti dei lavoratori. Unisciti alla nostra lotta per la trasparenza e la giustizia.
Guarda la conferenza stampa