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Temi del lavoro
20 Maggio 2025
Immagine illustrata che rappresenta i presunti incassi annuali della CGIL attraverso pile di banconote e monete in euro. La scritta “Quanto incassa davvero la CGIL ogni anno?” sottolinea il tema della trasparenza finanziaria del sindacato. Sullo sfondo dei persone a richiamare l'opacità dei bilanci e la domanda sull’uso delle quote associative versate da lavoratori e pensionati.
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Quanto incassa la CGIL ogni anno?

C’è una domanda a cui è davvero difficile rispondere con precisione: quanto incassa ogni anno la CGIL? La CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro) è il più grande sindacato italiano che conta oltre 5 milioni di iscritti. Si proclama trasparente e impegnata nella difesa dei diritti dei lavoratori e dei pensionati. Ma quando parliamo di trasparenza sui bilanci la realtà è ben diversa.

Sul sito ufficiale della CGIL è disponibile soltanto il bilancio della CGIL Nazionale. Ma questo bilancio si riferisce, per appunto, alla gestione del Nazionale non facendo riferimento alcuno a tutte le strutture regionali, provinciali e di categoria che sono decine e decine. Navigando sui loro siti internet si trova qualche bilancio a macchia di leopardo che non consente assolutamente di calcolare con esattezza la mole di denari che vengono incassati.

Da chi vengono pagati i sindacati?

I sindacati italiani, inclusa la CGIL, si finanziano principalmente in 3 modi:

  1. Trattenute in busta paga o sulla pensione: quindi attraverso la quota sindacale versata direttamente dagli iscritti.
  2. Contributi pubblici indiretti: ad esempio fondi per CAF e patronati.
  3. Attività economiche proprie: come la gestione di immobili, e servizi.

Ma è la trattenuta sindacale versata mensilmente dai lavoratori e dai pensionati iscritti che garantisce un flusso costante e imponente di denari.

Quanto guadagna la CGIL dai suoi iscritti

Non pubblicando tutti i bilanci, l’unico modo per farsi un’idea degli incassi della CGIL, è calcolarli sulla base dei dati ufficiali che ci fornisce tramite i propri canali. La CGIL, nella conferenza stampa del 9 aprile, ha dichiarato che nel 2024 ha avuto 5.172.844 iscritti, di cui 2.519.020 sono pensionati, mentre 2.753.824 sono gli attivi.

Tutti i mesi ogni lavoratore iscritto, versa poco meno dell’1% della propria busta paga, compresa la tredicesima mensilità. Mentre ogni pensionato versa alla CGIL ogni mese, compresa anche la tredicesima, una media dello 0,4% della propria pensione lorda.

Un lavoratore dipendente, in Italia, guadagna mediamente €1800 secondo una stima OCSE. Quindi se versa l’1% del proprio stipendio ogni mese, la CGIL incasserà mensilmente €18.

I pensionati, che secondo i dati INPS, percepiscono in media €1468,59 verseranno alla CGIL circa €5,76 mensili.

  • Lavoratori: €18 x 13 Mensilità = €234 annui
  • Pensionati: €5,76 x 13 mensilità = €76 annui

Con i dati che abbiamo preso in considerazione possiamo stimare che la CGIL incassa ogni anno dai lavoratori più di 640 milioni di euro, mentre dai pensionati incassa poco più di 190 milioni di euro per un totale che supera gli 835 Milioni di euro.

Nel dettaglio:

  • Lavoratori: €234 x 2.753.824 iscritti = €644.395.416,00
  • Pensionati: €76 x 2.519.020 iscritti = €191.445.520,00
  • Totale: €835.840.936,00

Il totale stimato di oltre 835 milioni di euro all’anno è composto solo da quote associative.

Una cifra enorme che si scontra con quella dichiarata nel bilancio della CGIL Nazionale pubblicato nel sito internet. Alla voce di bilancio, relativa alle quote tessere, troviamo il valore di €21.694.686 poco più di ventuno milioni di euro questo perché la CGIL Nazionale non ha iscritti diretti ma percepisce da ogni federazione una quota su ogni tessera.

A questi soldi che arrivano dagli iscritti vanno aggiunti quelli pubblici. Infatti i sindacati percepiscono altri compensi, direttamente dallo stato, per i servizi che offrono attraverso i CAF, quei centri che danno un aiuto ai contribuenti a compilare la dichiarazione dei redditi. Inoltre vanno presi in considerazione gli introiti dei patronati che anche quelli contribuiscono in modo cospicuo al finanziamento.

Dove finiscono questi soldi?

E qui iniziano le opacità. Come abbiamo già detto i bilanci di tutte le strutture locali e di categoria non si trovano online. Vero è che non hanno l’obbligo di pubblicarli, ma così facendo il grosso dei flussi economici rimane indefinito.

Senza la pubblicazione di quei bilanci gli iscritti non possono sapere:

  • Quanto incassa la struttura provinciale o regionale.
  • Come vengono spese quelle risorse sul territorio.

La CGIL si presenta come un’organizzazione trasparente, ma nei fatti limita l’accesso alle informazioni economiche.

Se un sindacato, oltre a gestire milioni di euro di trattenute sindacali di lavoratori iscritti e pensionati, riceve anche fondi pubblici diretti o indiretti, deve essere obbligato a pubblicare tutti i bilanci.

Fino a quando non pubblicherà una rendicontazione dettagliata e unificata possiamo solo ad affidarci ai calcoli e porci una semplice domanda:

Perché un sindacato che incassa quasi un miliardo di euro all’anno ha così tanta paura della trasparenza?

AUTORE CGL
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