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L’opinione
7 Luglio 2025
donna di mezza età con espressione estatica, lo sguardo rivolto verso l’alto e un’aureola luminosa intorno alla testa. Le mani sono sollevate, i palmi aperti in segno di esaltazione. Sullo sfondo, a sinistra, la scritta “FISAC CGIL”
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Laura Urgeghe: la santerella della FISAC CGIL

Nella scandalosa vicenda che ha visto la CGIL di Sassari soccombere in tribunale contro Antonio Rudas, spicca un nome su tutti, quello di Laura Urgeghe. La dirigente sindacale, che dovrebbe tutelare a livello regionale e nazionale i lavoratori del credito e delle assicurazioni, è credibile quanto il sole a mezzanotte. Chiamata a testimoniare contro l’ex segretario della Camera del Lavoro, ha rivolto accuse tanto infondate quanto infamanti. Vediamo come si è esposta dopo aver giurato di dire la verità davanti al giudice che, secondo prassi, la interrogava:

“…il clima era pesante perché il Rudas usava un atteggiamento perentorio e minaccioso”. “…Il clima minaccioso a cui ho fatto riferimento, Rudas lo creava minacciando velatamente queste persone che sarebbero state private dell’incarico.”  

Ha specificato che Rudas rivolgeva tali minacce velate a “persone in distacco”, citando esplicitamente Angelo Cossu (segretario della FLAI CGIL) e Gavino Doppiu (segretario della FIOM CGIL). Ha precisato di saperlo in quanto proprio loro glielo avevano riferito.

Non solo, con il preciso intento di far credere che il licenziamento di Antonio Rudas firmato da Francesca Nurra fosse giustificato, così ha detto: “le cui urla si erano sentite in tutta la Camera del Lavoro”. La stessa Nurra avrebbe avuto “paura di ritorsioni anche fisiche” da parte del Sig. Rudas, Piras e Frulio. Da notare che Francesca Nurra aveva esposto le stesse infamanti accuse al Comitato di Garanzia, che ha deliberato l’espulsione di Rudas Piras e Frulio dalla CGIL.

Organo giuridicamente devastato in due distinte cause, che Maurizio Landini ha perso clamorosamente a in tribunale a Roma contro Piras e Rudas.

Le presunte vittime smentiscono Laura Urgeghe

Le presunte vittime citate da Laura Urgeghe smentiscono proprio la dirigente della FISAC CGIL.

A confutare la sua versione sono le stesse persone che la CGIL di Sassari aveva portato in tribunale come testimoni contro Antonio Rudas. Ecco cosa hanno dichiarato al Giudice Angelo Cossu, Gavino Doppiu e Francesca Nurra:

Angelo Cossu: “non è assolutamente vero. Io non ho mai sentito Antonio Rudas dare ordini perentori o denigrare i compagni. Per quanto mi riguarda con me non li ha mai usati, ma anzi lui mi difendeva nei confronti della mia categoria FLAI regionale.”

Gavino Doppiu: L’altra presunta vittima, nella deposizione resa al giudice, non ha accusato Antonio Rudas di averlo minacciato come l’Urgeghe ha sostenuto. La sua testimonianza non contiene traccia di ciò.

Francesca Nurra: “è vero, mi sono rivolta al Comitato di Garanzia, non perché mi sentissi minacciata ma perché mi sentivo esclusa dal gruppo di lavoro e da tutti i componenti della segreteria, in particolare da Rudas, Piras e Frulio.”

Peraltro, Rudas non faceva parte della sua segreteria ed anzi la Nurra lo aveva emarginato. È un dato di fatto che le dichiarazioni di Angelo Cossu, Gavino Doppiu e Francesca Nurra palesano la mala fede di Urgeghe.

Chi sta coprendo il Comitato di Garanzia della CGIL?

A questo punto sorgono spontanee alcune domande: Perché Francesca Nurra è rimasta impunita considerando anche che ha mentito al Comitato di Garanzia sostenendo di essere stata minacciata? Perché i dirigenti sindacali che hanno mentito allo stesso comitato di garanzia e in tribunale continuano a rimanere ai loro posti invece di essere allontanati? Come è possibile che personaggi direttamente immischiati in questo scandalo siano rimasti impuniti? Perché Michele Carrus, Francesca Nurra, Gavino Doppiu, Massimiliano Muretti, Paolo Dettori, Laura Urgeghe, Fausto Durante, ed altri risultano intoccabili? Come mai Maurizio Landini ci ha messo la faccia in tribunale? Potrebbe essere che la CGIL non voglia rendere palese che il suo agire non è compiutamente democratico? Chi o cosa sta coprendo il Comitato di Garanzia della CGIL?

Sappiamo che la magistratura ha accertato l’illegittimità dell’operato del Comitato di Garanzia della CGIL. Sappiamo anche che, di recente, lo stesso Comitato ha ritenuto Francesca Nurra non responsabile, pur avendo questa licenziato ingiustamente un suo dipendente. Resta da capire perché i suoi componenti stiano oggi correndo il rischio di denunce per diffamazione esponendosi pubblicamente in modo così discutibile.

Infatti, avendo deliberato l’esistenza di circostanze di fatto che giustificano il licenziamento di Antonio Rudas, si sono messi nella condizione di doverne rispondere. Con il loro giudizio hanno rilanciato accuse false, già smontate dai tribunali, ad Antonio Rudas, Giovanni Piras e Salvatore Frulio, che ora dovranno necessariamente tutelarsi. Accuse che persino la stessa Nurra, mentendo al Comitato di Garanzia, ha negato innanzi al giudice. Una cosa è certa, questa situazione continua a danneggiare l’onorabilità di persone che, invece di essere riabilitate, vengono perseguitate.

Le dimissioni dell’assessore

Giorni fa, in un’affollata assemblea sindacale, alcuni lavoratori hanno chiesto a Salvatore Frulio i reali motivi che lo hanno portato a dimettersi da Assessore. Incalzato dalle domande è dovuto uscire allo scoperto. Ha svelato di aver ricevuto richieste dal suo elettorato di riferimento affinché chiarisse la sua posizione nei confronti di Francesca Nurra. Le informazioni che circolano, sui contenuti della delibera del Comitato di Garanzia della CGIL, fatte trapelare proprio da ambienti CGIL, lo hanno infatti messo in difficoltà. Ma di questo ci occuperemo in un altro articolo. Sappiamo che Salvatore Frulio sta raccogliendo la documentazione necessaria per agire al fine di difendere la sua onorabilità.

L’insostenibile posizione di Laura Urgeghe

Che la signora Laura Urgeghe sia una persona sindacalmente “anomala” è un dato di fatto. La CGIL che la protegge invece di punirla pure. Ora ci rimane solo di capire se anche di fronte a questo scempio di valori e ideali traditi nulla sarà fatto. Chi, come noi, è interessato a scoprirlo, continui a seguirci. Ci riferiamo anche a tutti coloro che in questi mesi (più di 43.000 in tutta Italia) hanno disdetto l’iscrizione al sindacato tramite il nostro sito. Se non altro avranno ulteriore conferma di aver fatto la cosa giusta.

AUTORE CGL
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