Questa pagina raccoglie articoli, inchieste e commenti critici su Maurizio Landini, sindacalista italiano e segretario generale della CGIL, con un’attenzione particolare alle contestazioni sulla sua guida della CGIL, alle mobilitazioni in piazza e al rapporto, spesso conflittuale, con il governo. Dalla gestione delle campagne su pensioni e lavoro alle accuse di politicizzazione del sindacato, evidenziamo i nodi più discussi: partecipazione reale agli scioperi, efficacia delle proposte e coerenza tra parole e risultati.
Maurizio Landini è nato a Castelnovo ne’ Monti il 7 agosto 1961 ed è tra le voci più riconosciute del sindacalismo italiano, già segretario generale della FIOM dal 2010 al 2017 prima di guidare la CGIL. La sua biografia evidenzia un percorso iniziato come apprendista saldatore e sviluppato attraverso ruoli di responsabilità nella FIOM a livello territoriale e nazionale.
Titolo di studio: Licenza media inferiore
Cresciuto in una famiglia operaia in Emilia-Romagna, Landini ha lasciato gli studi tecnici da geometra per lavorare in fabbrica, diventando presto delegato e poi dirigente sindacale. È stato eletto segretario generale della CGIL nel 2019 e rieletto nel 2023, guidando mobilitazioni unitarie e proposte su lavoro, welfare e transizioni industriali.
In qualità di segretario generale, Landini interviene su contrattazione, investimenti, diritti sociali e politiche industriali. Tra i temi ricorrenti: centralità del lavoro, contrasto alle diseguaglianze e necessità di un patto sociale per uno sviluppo sostenibile.